Il Padiglione Italia a Expo Dubai 2020 (1/10/21–31/03/22) che porta le firme dello studio CRA – Carlo Ratti Associati e Italo Rota Building Office, con Matteo Gatto e F&M Ingegneria è un progetto fortemente innovativo che sostiene i concetti di riconfigurabilità e di circolarità in architettura, dall’ideazione della struttura dell’edificio fino ai materiali di costruzione impiegati. Un approccio sostenibile che mira a ricollocarsi nel tempo per non creare materiale di scarto dopo la fine dell’Expo: la copertura infatti è costituita da tre scafi di navi che, una volta terminato il loro uso a Dubai, potrebbero essere utilizzati per la navigazione, mentre l’intera area si presenta senza pareti e delimitata da una facciata multimediale costituita da corde nautiche prodotte dal riciclo di 2 milioni di bottiglie di plastica e destinate anch’esse al riuso.
Il percorso espositivo si snoda attraverso ambienti e installazioni circondate da numerose e variegate specie vegetali che rendono omaggio alla biodiversità del paesaggio italiano e al ruolo delle piante nella lotta alla desertificazione. Come nel caso di Innovation Space, l’ambiente dedicato alle ultime frontiere della ricerca tecnologica italiana, il quale è stato immerso in un giardino di piante officinali e ospita diverse installazioni, ovvero simulazioni digitali del sole e della luna che sperimentano l’uso della luce artificiale per la fotosintesi e la vita delle piante coltivate. Il concept illuminotecnico curato da Lorenzo Bruscaglioni e Paolo Volorio dello studio Luminae Lighting design rispecchia la complessità del progetto architettonico; per questo sono stati utilizzati apparecchi con una gamma di ottiche, finiture e performance luminose che potessero rispondere in maniera flessibile al mutare delle necessità progettuali.
L’azienda L&L Luce&Light è stata la partner ideale per il progetto e per la realizzazione di un’atmosfera scenografica grazie ai proiettori Ginko 3.0: la luce artificiale concorre alla narrazione del rapporto umano con gli elementi naturali, l’universo vegetale e il sole, sia attraverso le ombre reali generate dall’illuminazione delle piante con i dispositivi che ne stimolano la crescita sia alle ombre create ad hoc mediante l’utilizzo di un filtro ombra integrato nei proiettori Ginko 3.0. L’accessorio ottico, sviluppato per suggerire alla mente l’esperienza visiva della luce attraverso il fogliame, si ritrova anche nei medesimi apparecchi che illuminano l’area della caffetteria. Nel progetto curato dallo studio Luminae, la luce artificiale, inoltre, dialoga con la luce naturale diurna che filtra attraverso il moto oscillatorio delle corde della facciata, in una relazione che si fa dinamica e mutevole durante la giornata tramite il controllo di tutti gli apparecchi illuminanti del padiglione con diversi protocolli, DALI, DMX e Art-Net.
L’illuminazione funzionale del padiglione è stata concepita in maniera quanto più possibile minimale e integrata con lo spazio espositivo; anche per questo motivo i proiettori dalle dimensioni compatte Ginko sono risultati i più adatti. Le versioni Ginko 3.0 con ottiche 13° e ellittica orientabile sono fissate ai pilastri principali della struttura e si nascondono alla vista grazie alla finitura bianca. All’interno dell’area espositiva sono stati utilizzati i proiettori in finitura corten Ginko 2.0 con ottiche di diverse aperture (8°, 17°, 47°, ellittica) per incontrare esigenze di illuminazione diversificate e infine gli apparecchi Ginko 1.0 provvisti di picchetti per l’installazione nella vegetazione. Tutti i proiettori hanno sorgenti LED ad alto indice di resa cromatica, una temperatura di colore bianco freddo (4000K) e il nido d’ape integrato per garantire un comfort visivo elevato.
Il progetto architettonico del Padiglione Italia di Expo Dubai 2020 è stato inoltre insignito del premio come miglior progetto imprenditoriale dell’anno ai Construction Innovation Awards che si tengono in occasione dell’Esposizione Universale.
Progetto: CRA-Carlo Ratti Associati e Italo Rota Building Office, con Matteo Gatto e F&M Ingegneria
Light planning: Luminae Lighting Design
Photocredit: Catalin Marin Photography e Michele Nastasi