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Continua la serie di incontri proposta da DGA presso lo showroom a Milano

7 Novembre 2023

Light Addicted Tables #2

 

Il secondo evento ha visto la partecipazione del lighting designer Massimiliano Baldieri, che ha raccontato la sua esperienza con alcune gallerie e numerosi artisti nell’ambito dell’illuminazione museale e dei luoghi d’arte.

DGA, sostenitrice e promotrice della cultura della luce e della sua diffusione, ha definito un programma di eventi di approfondimento legato al vasto universo dell’illuminazione: ogni mese infatti, nello spazio espositivo di Milano in Corso Monforte 23, luogo di confronto e dialogo, una tematica sulla luce diventa protagonista. Il nuovo format, pensato per lighting designer e architetti, è caratterizzato dalla partecipazione di professionisti connessi al mondo del lighting che illustrano e spiegano mediante alcuni loro “case studies” lo sviluppo dei progetti illuminotecnici, tra aneddoti divertenti, riflessioni ed eventuali complessità incontrate durante le fasi di lavoro.

Ospite del secondo evento a tema “Arte”, il lighting designer Massimiliano Baldieri dello studio Baldieri, fondato nel 1968 a Roma, divenuto un punto di riferimento nel settore della luce a livello internazionale. Dalla Gagosian Gallery e Curia Iulia a Roma, passando per Palazzo Grimani e Palazzo Ducale a Venezia con il progetto per Anselm Kiefer, fino al Museo di Mosul in Iraq, lo studio Baldieri ha messo in evidenza il rapporto luce/arte attraverso il racconto delle scene e i dialoghi con i creativi per la corretta e scenografica illuminazione delle opere, senza escluderne alcun aspetto.

Prima di iniziare l’installazione” – spiega Baldieri- “si comincia da una pianificazione ben definita e attenta ai desideri artistici, dalla disposizione delle opere e alla loro percezione, considerandone gli obiettivi artistici e sfruttando al meglio la luce naturale dello spazio, integrandola a quella artificiale per un effetto bilanciato. Poi, l’apparecchio deve enfatizzare i colori ed utilizzare una sorgente ad elevata resa cromatica e incorporare un sistema di controllo dell’intensità luminosa.”

Oltre a rispondere alle esigenze e alle necessità degli artisti e delle loro opere, il lighting designer esamina lo spazio e il percorso del visitatore, valuta i livelli di inquinamento consentiti e i valori luce all’interno di tutte le sale e crea uno spazio filtro illuminato per l’adattamento visivo del visitatore. Un dialogo sottile e meticoloso, non solo con gli artisti, ma anche con i galleristi e i curatori delle mostre, i direttori dei musei ed i funzionari della Soprintendenza del luogo, in un fragile equilibrio tra tutte le parti coinvolte, nel pieno rispetto degli ambienti, talvolta ostili e difficili, che possono rendere complessa la realizzazione di impianti o il posizionamento adeguato degli apparecchi per la corretta illuminazione.

Tutti gli incontri concedono 1cfp in autocertificazione per gli architetti iscritti all’Ordine di Milano e hanno l’apprezzato patrocinio di ASSIL e AIDI, le maggiori associazioni professionali italiane della luce.

 

DGA

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