Riportare la casa al suo antico splendore, era questo l’obiettivo dei proprietari quando hanno deciso di acquistare un’affascinante villa del ‘500 alle porte di Firenze, la vera protagonista di questa storia di buon gusto, senso estetico e rispetto per la tradizione artigiana. Cinquanta anni di abbandono sono stati ‘risolti’ in due anni di lavoro ininterrotto, grazie a tre soli muratori, un capo mastro e due manovali. E due proprietari che con tanta passione per il design ed il restauro che hanno seguito i lavori personalmente decidendo ogni cosa, dai fornitori ai materiali, interfacciandosi di persona con la Sovrintendenza alle belle arti per tutti gli interventi delicati come il restauro dell’affresco intitolato “l’incoronazione di poeti” nella sala della musica della villa.
Le maestranze, così come i fornitori degli arredi, sono state scelte accuratamente tra imprese artigiane locali, fiorentine o toscane, dall’azienda che ha creato i pregiati pavimenti di parquet, a quella che si è occupata della boiserie, fino alle rubinetterie. Ed è in questo spirito che nasce il rapporto esclusivo con gli artigiani del Bronzetto che hanno seguito il cliente creando tutti gli arredi luminosi della casa: dai prodotti classici come le lampade da quadro in ottone, la più utilizzata la Studio 479, alla piantana Studio 416, alle applique a quelli di design delle linee Satellite e Wormhole della collezione contemporanea Brass Brothers & Co. di Bronzetto.
È infatti la dimensione artigianale la componente essenziale di tutto il progetto che trova la sua espressione nei preziosi materiali e nei complementi che personalizzano gli ambienti della casa. Tutti i lavori sono stati realizzati su misura, oltre ai pavimenti artistici in legno di quercia antico, il bancone e il tavolo della cucina sono stati creati riutilizzando, in vero spirito eco-friendly, delle assi di parquet recuperate da un antico casale spagnolo. Al Bronzetto appartengono invece tutte le lampade da soffitto, da parete e da pavimento della casa, di cui molti pezzi sono da catalogo, mentre molti altri hanno invece subito modifiche ‘ad hoc’ per soddisfare il gusto e le richieste del cliente.
Con il supporto dell’ufficio tecnico e del direttore progetti speciali del Bronzetto, Michelangelo Moroni, il cliente ha potuto trasformare molti pezzi classici da catalogo in veri pezzi unici: un lampadario nato per i tavoli da biliardo, il Novecento 250 della collezione Timeless del Bronzetto, è stato modificato diventando in una lanterna da parete per esterni. Questo ‘cambio di destinazione’ di un prodotto nato per interno e da soffitto, in uno per esterni e da parete, ha implicato modifiche come la sostituzione delle lampadine con i LED, la creazione di un supporto in ferro da parete ed il trattamento dell’ottone atto a proteggerlo dagli agenti atmosferici esterni. Tutte attività che sono state eseguite manualmente all’interno della bottega fiorentina dove le idee prendono vita e si sviluppano in un continuo brainstorming con il cliente.
Un’altra rivisitazione è quella che ha visto coinvolto e stravolto un altro modello storico della stessa collezione, l’applique Studio 448. Capovolta e con il paralume in vetro lavorato e colorato di arancio e blu, è diventata una lampada da quadro per la camera degli ospiti e un punto luce verso il basso per illuminare la scala.
“A volte i nostri clienti ci permettono di vedere in un’altra prospettiva il nostro lavoro ed i nostri oggetti, dando ulteriori stimoli alle nostre creazioni” racconta Simone, uno dei 5 soci del Bronzetto, “questo mutuo scambio di idee arricchisce il nostro lavoro e non nego che ci aiuta a trovare sempre nuovi spunti creativi”.
Allo stesso modo, molto creativa è stata la progettazione dell’impianto di illuminazione segnapassi del giardino: su disegno del cliente, sono stati realizzati dei tubi in ottone brunito che assomigliano a ‘manici di ombrello’ la cui estremità termina con un LED da 1 watt ciascuno e che illuminano come piccole lucciole il viottolo del grande giardino, o la creazione di applique in ottone, basculanti e orientabili in lunghezza, create per la sala da pranzo da un modello di Simone Calcinai e riadattate alle esigenze del cliente che non avendo le forassiti nel muro le ha volute con il filo elettrico a vista rivestito in treccia di seta come si usava nelle dimore di un tempo.
In progetti come questi dove tutto è studiato nei minimi dettagli e creato ad hoc, si evidenzia la flessibilità e l’attenzione che il laboratorio del Bronzetto, come qualsiasi altra realtà artigiana, dedica ad ogni progetto, cosa che la grande industria non riesce a fare. La ricerca della personalizzazione e dell’oggetto ‘unico’, sono i motivi per i quali molti privati e professionisti tornano ad affidarsi ad imprese artigiane per studiare i loro progetti di interior. Quello che al Bronzetto viene definito slow design, una attività di ricerca, mix di passione per il bello, sapienza artigiana e nuove tecnologie che portano alla ribalta e rivalutano le realtà storiche innovative come quella del Bronzetto di Firenze.
Foto: Studio fotografico Francesca Pagliai